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L’Universo cerca guaritori, non attori

Immagine del redattore: ElestialElestial

L’onda New Age ha fatto parecchi danni in molti ambiti, incluso creare false aspettative riguardo al terapeuta, operatore o insegnante che ci seguirà nel percorso di crescita. Non esiste un terapeuta risolto, se fosse così sarebbe un maestro asceso o comunque avrebbe smesso di crescere nella vita attuale al sopravvenire della morte fisica. Non si smette mai di imparare e di evolvere, pertanto pensare di affidarsi ad un operatore che non abbia nessun problema è illusorio. A volte si verifica invece che abbia problemi simili ai nostri perché l’Universo ottimizza i tempi e, per la legge di risonanza, crea incontri che insegnano qualcosa ad entrambi.


Le aspettative si creano spesso anche riguardo all’aspetto del terapeuta/operatore/insegnante, al suo modo di porsi, alle sue personali credenze. Quando iniziai molti anni fa a praticare yoga, scoprii con piacere che la mia insegnante era una donna molto bella e altrettanto curata. Aveva un taglio di capelli alla moda, ogni tanto cambiava il colore, si truccava. La cura di sé non toglieva nulla alla sua spiritualità, era uno degli esseri umani più puri che avessi mai incontrato. Grazie al suo aspetto, in lei vedevo me stessa e questo fu utile a creare in me la convinzione che, nonostante fossi ben lontana dall’indossare pantaloni di mais e dal preferire i rasta alla piastra, ce l’avrei potuta fare anch’io a buttarmi le gambe dietro le spalle nella posizione dell’aratro. Quando iniziai l’accademia per apprendere la Radiestesia e la Radionica, la mia insegnante era di nuovo una bella donna. Anzi, stavolta addirittura appariscente. I lunghi capelli biondo platino, le unghie sempre perfette e i tacchi alti appartenevano al suo modo di essere. Questo non toglieva nulla al suo master in fisica quantistica, provando una volta per tutte che il perossido d’idrogeno non penetra nel cervello attraverso la scatola cranica. La mia insegnante di Reiki era sempre allegra, decisamente sincera ed incline alla parolaccia in quanto veneta. La mia reazione al suo modo di essere fu: ”Miiiii!!! Questa parla come me! Meno male!”. Era un fantastico operatore di Theta Healing (no, non metto tutto al femminile… mi oppongo al politically correct, vostro onore!). Chi conosce questa tecnica sa che ci vuole una connessione pulita per praticarla al meglio. Quella connessione viene dall’essere in contatto con il proprio lato spirituale. Essere spirituali significa essere quello che si è. Il terapeuta/operatore/insegnante non deve essere diverso da quello che è, sarebbe un inganno nei propri confronti e nei confronti della persona che si affida a lui. Se è italiano, che si chiami Mario senza stravolgere il suo nome con un appellativo sanscrito che il suo cliente non sa nemmeno pronunciare. Se ha la voce di Anna Magnani e non quella delle fatine del bosco, che usi questo potente strumento per comunicare assertività invece di fingere una laringite. Se è allegro ed incline alla battuta, che usi questa capacità per alzare la vibrazione invece di ostentare solennità.


Se la persona non è in sintonia con il terapeuta/operatore/insegnante, è bene che ne scelga un altro. In alternativa, può comunque lavorare con quello che ha scelto inizialmente e capire cosa può apprendere dalle differenze. In passato ho lavorato anche con terapeuti ed insegnanti che erano diametralmente opposti al mio modo di essere e talvolta avevano credenze che non condividevo affatto. Il lavoro è stato sempre utile, ho imparato cose diverse e ho esaminato le mie credenze rafforzando quelle che già ritenevo valide per me e modificandone altre mentre ampliavo i miei orizzonti. Quello che veramente importa nel percorso di crescita è il non giudizio, l’accoglienza, il supporto, l’intento comune di andare avanti un passo alla volta verso l’obiettivo. A cosa serve un terapeuta di grido apparentemente senza macchia che fa dirette video sul “volemose bene” New Age per i suoi followers se poi ci abbandona nel momento in cui, smuovendo le energie, tiriamo fuori un marasma di emozioni che sputiamo su famiglia, colleghi, datori di lavoro, amici e sconosciuti? Tried and tested, non lo consiglio. La crescita “is no place for sissies” come dicono gli anglosassoni. Se cadiamo in un fosso, meglio chiamare in aiuto uno sconosciuto scaricatore di porto con braccia forti invece di un mite professorino di storia dal titolo altisonante. Non è forse più utile un operatore in veste di fallace essere umano che sta imparando come noi ad accettare tutti i suoi umani difetti invece di nasconderli? E quelli che vengono giudicati difetti dalla massa, sono veramente tali? L’Universo cerca guaritori, non attori.




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